Sorse in epoca altomedievale, probabilmente fondata dagli abitanti dell’insediamento di età romana (identificato da alcuni archeologi con Cluviae, centro della tribù sannitica dei Carricini) i cui resti sono ancora visibili in località Piano Laroma.[5]
Alcuni toponimi (Piano la Fara, San Salvatore) e rinvenimenti archeologici (dei massi decorati a bassorilievo riutilizzati per costruire il campanile della chiesa matrice) testimoniano che nel suo territorio si insediarono i Longobardi.[6]
Viene menzionata (come Casule) per la prima volta dalle fonti storiche nell’878, in un manoscritto elencante i possedimenti dell’abbazia di Montecassino nel teatino.[7]
Agli inizi del X secolo vi si insediò una comunità di monaci eremiti di rito greco-bizantino. Tra loro i futuri santi Nicola Greco, Falco, Franco e Ilarione.[8]
Fu feudo di varie famiglie: degli Orsini, conti di Manoppello, dei Colonna, dei Carafa, dei Crispano, dei Filomarino, ed infine, dei d’Aquino, principi di Caramanico, che nel 1650 ottennero l’elevazione a ducato della baronia e lo ressero fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità.[9]
Nel 1799 fu ostile all’adesione alla Repubblica Partenopea. Fu teatro di episodi di insurrezione e di violenza anche ai danni della borghesia locale senza legami con le autorità repubblicane e gli occupanti francesi. Aderì, senza entusiasmo, alla Repubblica solo dopo l’incendio di Guardiagrele da parte delle truppe francesi.[10].
Con la riforma amministrativa operata da Giuseppe Bonaparte, nel 1811, Casoli fu inglobato nella provincia di Chieti e nel circondario di Lanciano e divenne capoluogo del mandamento comprendente anche i comuni di Altino, Palombaro e Roccascalegna.
Al plebiscito del 1860, per l’annessione al Regno d’Italia, votarono in 1.349 dei 1.568 aventi diritto: ci fu un solo voto contrario.
Dal luglio 1940 al settembre 1943, Casoli fu sede di un campo di internamento, che aveva una capienza di 80-90 persone. Quello di Casoli fu uno dei tanti campi di internamento istituiti dal regime fascista in seguito all’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, al fianco dei tedeschi, per tenervi stranieri e antifascisti.
Gravemente danneggiata durante la II Guerra Mondiale, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 (Casoli era sul fronte della linea Gustav. che tagliava trasversalmente l’Abruzzo ed il Lazio, ed in zona, correva lungo il vicino fiume Sangro), vi fu attivo il gruppo partigiano della Brigata Majella, che fu fondato proprio a Casoli.
Al referendum istituzionale del 2 giugno 1946 si ebbero 3.119 voti per la monarchia e 1.169 per la Repubblica (le schede bianche furono 159 e quelle nulle 342).